giovedì 30 agosto 2012

A TE CHE NON ACCETTI DI SOTTOPORTI A TRAPIANTO ...

non sono un trapiantato, ero fino a 10 anni fa una persona normale che godeva di ottima salute,mai problemi seri...poi all'improvviso tra capo e collo succede quello che è un minimo comune denominatore che contraddistinque tutti coloro che subiscono qualcosa fino ad allora impensabile,perchè si è convinti che capita solo agli altri....la malattia e la successiva morte prevista e infausta di mio padre, subito dopo, nemmeno il tempo di rifiatare, quella assolutamente inattesa di mio fratello...tu che cominci a non essere più te stesso,il cervello che comincia ad andarsene per cazzi suoi e inevitabilmente il fisico che si debilita perchè non accetta più una condizione di "anormalità"...non sono un medico,non sono uno psicologo,ma tutto questo per dire che nella vita ci sono eventi che ti cambiano inesorabilmente e definitivamente,nello spirito,nel carattere,nel rapporto familiare,nel contesto sociale in cui vivi,o meglio sopravvivi..ecco, secondo me questo è il motivo per cui anche un trapiantato spesso non riesce ad accettare la sua nuova fisionomia,fatta di paure,fatta di repulsione nei confronti di una parte del corpo che non gli appartiene,fatta a mio parere di paure ingiustificate perchè anche in situazioni di malattia comune cronica c'è un atteggiamento di non accettazione dello stato corrente,sofferenza più che altro psicologica perchè si è portati a pensare che l'organo possa rigettare,sofferenza psicologica perchè durante la giornata devi organizzarti con gli orari della terapia, organizzarti per i controlli di routine con quella velata paura che qualcosa non vada per il verso giusto..non possiamo pretendere che un trapianto ti porti al benessere assoluto,bisogna convivere con la nuova situazione che si è creata,ma sicuramente molto meglio che recarsi sempre in ospedale per dipendere da una macchina che sebbene ti garantisca di SOPRAVVIVERE ti rende inevitabilmente schiavo..
PENSACI BENE PERCHE' MAI NESSUNO CI HA GARANTITO DI VIVERE UNA FAVOLA
(carlo mantuano)

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